Nei blog SEO italiani raramente si parla di link baiting – a volte riferita come link earning – e non è un caso: si tratta forse dell’argomento più difficile da esaminare in termini astratti, a differenza di altre pratiche di ottimizzazione che si spiegano in modo più agevole.
Link building
Sappiamo ad esempio che la link building si effettua in modo semplice, tipo: inserendo un link al nostro sito in un commento di un blog, su un forum, in una directory e così via. Vi è un processo di link submission diretto, che può fare chiunque e che può avvenire via form o via email.
Link baiting
Per la link baiting non è così: stando alla definizione convenzionale, si tratta di creare una pagina sul nostro sito frutto di un lavoro più elaborato, un contenuto attrattivo che venga proposto su una pagina web che può, e spesso deve, essere inedito.
Detta in altri termini, per realizzare buone link bait si cerca di mettere in piedi pagine web che inducano spontaneamente gli utenti a linkarle.
Ammesso che il sito non abbia problemi a livello SEO di altra natura, la link bait (letteralmente “link-esca”) è un metodo molto potente ed ampiamente sfruttabile per incrementare visite e conversioni: capire come si faccia, del resto, è una questione di “metodo” solo in parte.
Non è, infatti, tanto un problema di “qualità” del post: la cosa essenziale è che il contenuto soddisfi le aspettative di chi legge, e questo presuppone un lavoro di profilazione dell’utente medio del sito. Se capiamo chi ci legge e le sue esigenze, possiamo costruire un contenuto “su misura” per lui.
Strategie di link baiting
Il copywriting è una prima strategia di tutto rispetto per fare una link bait soprattutto se è in grado di illustrare un confronto significativo tra prodotti, una descrizione dettagliata di un prodotto commerciale e così via.
Le liste di ranking factor pubblicate annualmente nei vari blog SEO, del resto, sono un esempio classico di link bait e questo nonostante siano poco utili all’atto pratico: anche solo allo scopo di metterle in discussione o contraddirle, verranno condivise, citate e riportate come fonte.
In altri casi, le notizie recenti possono a volte avere funzione di link bait, per quanto non sia sempre agevole realizzarle (per via di varie problematiche: fonti inaffidabili, credibilità del sito, attrattività dell’argomento scelto).
Qualora siano realizzate mediante tutorial tematici, altra tecnica molto diffusa, le link bait sono spesso caratterizzate da indicazioni chiare, semplici, accessibili dal maggior numero possibile di persone e prive di fronzoli. In molti casi riportano dati inediti, contenuti “storici” comprensivi di ogni dettaglio, compattano informazioni disperse o non banali da reperire sul web e – anche se non è una regola – si rivolgono ad una nicchia, come avviene ad esempio nell’infografica interattiva che riporta lo sviluppo dei generi musicali.
Scrivere buoni contenuti e realizzare belle infografiche non è comunque l’unica strategia percorribile infatti, anche la creazione di applicazioni web o mobile app possono attrarre per via della loro utilità o novità. In alcuni casi può essere un modo per superare la concorrenza sui motori di ricerca.
Infine, anche strumenti che prelevano dati e li riassemblano secondo certi criteri al limite con qualche finezza grafica, possono dare una marcia in più al nostro sito e si qualificano come potenziali link bait.
Nella pratica comunque, l’unico modo per testare queste strategie è provare direttamente sul campo e in seguito, misurarne i risultati.
5 step per fare link baiting
In conclusione, cerchiamo sempre di associare una infografica al nostro post e mai come in questo caso si tratta di una scelta ottimale considerando che proprio le infografiche sono uno degli strumenti necessari a fare link baiting. Abbiamo reperito l’immagine che alleghiamo di seguito che in realtà è abbastanza vecchia ma che riassume informazioni valide ancora oggi.
Vengono descritti cinque passaggi che andrebbero seguiti per fare una link baiting ottimale:
- raccogliere le idee;
- realizzare il prodotto;
- pubblicare e promuovere;
- verificare e ottimizzare;
- misurare i risultati.
I 5 step sono semplici da realizzare? Quali sono le tue tecniche per fare link baiting e quali producono i migliori risultati? Attendiamo i tuoi commenti qui nel blog o nei nostri profili social.
Alessia Martalò dice
Bella l’infografica. Per il link baiting può essere utile Pagemodo per quanto riguarda Facebook (creando per esempio contest ad hoc), oppure altri meccanismi del tipo “pay with a tweet” et similia.
Massimo dice
Grazie Alessia per il commento e i suggerimenti.
ISS Group dice
Molto interessante, ma sono convinto che un buon contenuto interessante ed inedito porti già per se link naturali. Poi, dipende molto da cosa trattiamo nel nostro sito. Bell’articolo comunque !
Massimo dice
Grazie mille, sicuramente i buoni contenuti contribuiscono a portare link naturalmente.
seospritz dice
Ma secondo me il link baiting in Italia funziona veramente poco, come quasi tutte le tecniche seo che suggeriscono i seo d’oltralpe, come il broken link building che viene descritto come il metodo migliore per procurarsi link. C’e poca cultura della condivisione e nella maggior parte dei casi il testo o l’infografica viene copiata invece che linkata.
Massimo dice
In effetti manca ancora una vera cultura della condivisione soprattutto se non sei inserito in alcuni “canali” o “circoli privati”. L’importante però è non mollare ed essere sempre presente! 🙂
Nello Poli dice
Credo che non si possa fare affidamento solo sulla linkbaiting, ma che sia necessario avere una visione d’insieme più strategica, attingendo caso per caso dalle tecniche migliori.
Un mix di tecniche seo adeguatamente dosate, credo sia sempre la scelta più saggia.
Massimo dice
Certo Nello, sicuramente il tuo è un suggerimento valido e da tenere a mente per una buona strategia SEO.