Hai mai sentito parlare dello Speculative Design o Critical Design? Probabilmente (ancora) no, eppure conoscerlo può aprirti un nuovo mondo e un inedito modo di vedere e considerare il Design. Te lo assicuriamo.
In questo post ti portiamo alla scoperta di un filone del design davvero utile e riflessivo e ti spieghiamo anche quali sono le più importanti differenze rispetto al design tradizionale.
Cos’è lo Speculative Design o Critical Design?
L’espressione Speculative Design o Critical Design è stata utilizzata per la prima volta – già nel dicembre del 2013 – nel libro Speculative Everything. Design, fiction and Social Dreaming scritto da Anthony Dunne e Fiona Raby.
Gli autori definiscono in questo modo il design speculativo o critico:
Let’s call it critical design, that questions the cultural, social and ethical implications of emerging technologies. A form of design that can help us to define the most desirable futures, and avoid the least desirable.
Questa la traduzione:
Chiamiamolo design critico, che mette in discussione le implicazioni culturali, sociali ed etiche delle tecnologie emergenti. Una forma di design che può aiutarci a definire i futuri più desiderabili ed evitare i meno desiderabili.
Per gli autori il Design è lo strumento per creare possibili scenari futuri e per mettere in discussione quelli presenti.
A. Dunne e F. Raby sostengono quanto sia fondamentale per i designer di oggi porsi domande come e se?, con l’obiettivo di far riflettere e discutere sul tipo di futuro che le persone vogliono e anche su quello che non vogliono.
Ed ecco che lo Speculative Design o Critical Design assume un ruolo sociale come mai prima e, una volta di più, invita a (ri)pensare al ruolo del designer, alle sue responsabilità e ai principi etici che devono guidare il suo lavoro.
Non c’è finzione né eccesso di creatività e neppure utopia nel Critical Design. Tutt’altro. C’è una ben profonda conoscenza del presente, dei bisogni, delle difficoltà, dei trend e degli usi di oggi, che lo Speculative Design esplora per poterlo mettere in discussione.
Per criticarlo e, magari, per cambiarlo.
Le differenze tra lo Speculative Design e il Design tradizionale
La prima importante differenza tra lo Speculative Design e il Design tradizionale è che il primo cerca problemi, crea possibili narrazioni e scenari futuri in cui potremmo imbatterci con l’obiettivo di domandarci sul presente e di indagarlo.
Invece, il compito più importante del design tradizionale consiste proprio nella risoluzione pratica di problemi attuali e/o previsti o prevedibili.
La seconda differenza tra i due filoni del Design riguarda l’obiettivo delle azioni.
Il Critical o Speculative Design parla agli uomini e alla società tutta per metterla in discussione e criticarne le contraddizioni.
Invece, il Design Tradizionale ascolta i bisogni del mercato per fornire loro una soluzione e/o un nuovo prodotto. Per studiare la miglior soluzione possibile.
È chiaro che mentre lo Speculative o Critical Design critica, trova problemi e concepisce il design come uno strumento, il Design tradizionale afferma, risolve i problemi e concepisce il design come un processo evolutivo.
Il Critical Design pone domande, mentre il Design tradizionale offre risposte; il primo è al servizio della società tutta, mentre il secondo è al servizio delle aziende.
E, questione fondamentale, lo Speculative Design lavora su come il mondo potrebbe essere, mentre il Design tradizionale ha come oggetto il mondo così com’è. Il primo parla alle persone, il secondo agli user; il primo provoca, il secondo innova.
Lo Speculative Design educa, il Design tradizionale forma.
Anthony Dunne e Fiona Raby hanno raccolto tutte le più importanti differenze tra i due tipi di design in questo schema esplicativo e di grande impatto comunicativo.
La prima colonna raccoglie le caratteristiche del Design tradizionale, le seconda quelle dello Speculative o Critical Design.
Critical o Speculative Design: il futuro che si fa presente
Un nuovo modo di intendere il design, più responsabile, più consapevole, che si mette al servizio della società e non del marcato.
Quali credi che saranno le possibili evoluzioni di questo nuovo modo di intendere il Design?
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