Credi che Smart Working e Telelavoro siano la stessa cosa? Sbagli. Le due espressioni spesso sono utilizzate come sinonimi della medesima modalità lavorativa, ma erroneamente.
Smart Working e Telelavoro presentano sì delle caratteristiche comuni e simili, ma la verità è che differiscono notevolmente. Facciamo chiarezza.
Cos’è lo Smart Working
Lo Smart Working è un nuovo modo di intendere e di organizzare l’azienda. Si tratta di una filosofia aziendale che deve coinvolgere tutti i livelli dell’impresa, tutte le persone coinvolte, i flussi e i cicli produttivi.
È un cambiamento culturale aziendale che ha come obiettivo quello di aumentare la produttività aziendale. In che modo?
Da un lato, offrendo maggiore flessibilità lavorativa al dipendente, che non è più legato a sedi e a orari di lavoro prestabiliti. In questo modo, l’azienda garantisce al dipendente condizioni di vita più serene, che incidono positivamente sulla sua produttività e sul senso di responsabilità nei confronti della mansione svolta.
Lo Smart Working, inoltre, consente di risparmiare sui costi aziendali, poiché ogni collaboratore potrà lavorare da casa o da qualsiasi posto desideri, in qualsiasi ora e giorno voglia. I contratti di lavoro subordinato tra azienda e lavoratori sono normalmente concordati e regolati da contratti firmati da entrambe le parti.
Molte ricerche hanno dimostrato che queste libertà e flessibilità concesse al dipendente aumentano la produttività aziendale di diversi punti percentuale.
Cos’è il Telelavoro
Il telelavoro è una modalità lavorativa che si è diffusa negli Stati Uniti a partire dagli anni Settanta. Il telelavoro vincola il lavoratore a lavorare da casa o da un luogo specifico predeterminato e stabilisce anche gli orari in cui il dipendente deve collegarsi all’azienda tramite remoto ed espletare le sue mansioni.
In pratica, con il telelavoro l’azienda trasferisce le medesime responsabilità e i medesimi compiti del posto di lavoro al dipendente che lavora da casa o da altro luogo fisico prestabilito.
Il telelavoro è regolamentato da norme specifiche, che prevedono l’obbligo da parte del datore di lavoro di compiere ispezioni per assicurarsi la regolarità nello svolgimento del lavoro, l’adeguatezza degli strumenti utilizzati dal lavoratore e il necessario isolamento dell’attività lavorativa da quella quotidiana.
Anche l’orario di lavoro nel caso del telelavoro è regolamentato in maniera determinata: il riposo è obbligatorio per 11 ore consecutive ogni 24 e dalla mezzanotte alle 5 è obbligatoria l’astensione lavorativa.
La principale differenza tra Smart Working e Telelavoro
Sei riuscito ora ad individuare la principale differenza tra Smart Working e Telelavoro?
Consiste nella flessibilità garantita al lavoratore. Lo Smart Worker può lavorare da qualunque luogo desideri – anche in riva al mare – e in qualsiasi orario e giorno voglia. Stabilisce lui come e quando, quel che conta è raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’azienda e insieme all’azienda.
Il telelavoro, invece, non garantisce al dipendente la medesima flessibilità, poiché stabilisce sia il luogo fisico da cui lavorare sia gli orari in cui espletare le proprie mansioni ed essere a disposizione dell’azienda.
Quel che Smart Worker e Teleworker hanno in comune è che entrambi hanno bisogno di specifici strumenti necessari per lavorare: un computer, uno smartphone, l’email, chat, tool per video-conferenze, per comunicazioni aziendali in real time, per la condivisione dei file, per l’organizzazione dei team e dei progetti lavorativi.
La Digital Transformation è alla base sia dello Smart Working sia del Telelavoro.
Smart Working e Telelavoro: dimmi la tua
Ti è chiaro ora qual è la differenza tra Smart Working e Telelavoro? E tu sei o sei mai stato uno Smart Worker o un Teleworker?
Se ti va, raccontami la tua nei commenti!
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