Google ha annunciato sul proprio blog ufficiale alcune novità relative alla lotta allo spam presente nei risultati di ricerca. Per i webmaster si tratta sicuramente di una comunicazione, per diversi motivi, doppiamente interessante.
Da un lato infatti, si pone una maggiore attenzione alla presenza di risultati illeciti in SERP ottenuti sfruttando falle dei siti web. Una tecnica molto diffusa in tal senso è quella di iniettare pagine HTML con molti link dentro siti ben posizionati, cosa possibile ad esempio grazie ad alcune versioni poco aggiornate di Joomla!.
Dall’altro si conferma la rinnovata attenzione in fatto di sicurezza da parte del celebre motore di ricerca.
La sicurezza di un sito web ovviamente non è un fattore SEO in senso stretto, da valutare come elemento di boost o di miglioramento dei risultati in generale, bensì come rischio in negativo che potrebbe far surclassare i buoni risultati da altri contenenti spam o contenuti illeciti.
L’intenzione di questo ennesimo update per una volta, non riguarda le solite indicazioni di carattere generale, bensì una circostanza decisamente più specifica, di cui alcuni webmaster sono a volte vittime a propria insaputa.
La tecnica black hat in questione fa uso di specifiche falle all’interno di siti (realizzati ad esempio con in più noti CMS tra cui Joomla! e WordPress), soprattutto di quelle che permettano di effettuare l’upload di file HTML arbitrari o di inserire markup nel modulo dei commenti.
In questo modo, se il sito era ben posizionato per la chiave di ricerca X, si andrà a creare una pagina ad hoc (solitamente contenente keyword stuffing, ovvero continue ripetizioni di X) in modo da trarre in inganno il motore e poter così sfruttare dall’esterno la popolarità del dominio.
Vale la pena di ricordare che in queste circostanze, si sfruttano scenari molto specifici, per cui non è il caso di tentare queste tecniche da soli: sia perché richiedono competenze avanzate, sia perché costano molto tempo e soprattutto perché non si tratta di tecniche durevoli nel tempo.
In questo senso oltre alla conferma sul fatto che Google combatte lo spam, sappiamo che l’update in questione tende ad essere la prova che si tratta di cose da cui stare lontani e quindi da non imitare nella maniera più assoluta.
In base a quanto viene riferito, l’aggiornamento negli algoritmi di Google andrà a colpire il 5% delle query, in misura variabile a seconda della lingua, al fine di ripulire molti risultati da contenuti illeciti.
I risultati organici ordinari dovrebbero passare indenni a questa ondata di “pulizia”, per cui se il nostro portale è già al sicuro non bisogna fare nulla.
Chiaramente se nella ricerca in questione erano presenti risultati di questo tipo è anche possibile recuperare spontaneamente qualche posizione all’interno delle SERP.
Non è detto che la cosa interessi in tutti i casi ma può essere l’occasione per controllare i risultati di ricerca, al fine di stabilire se siano presenti i nostri siti web eventualmente “inquinati” da falle informatiche (ricordiamo che lo spam nei siti web si può segnalare mediante l’apposito modulo di Spam report).
Si ricorda inoltre che le violazioni dei siti possono essere notificate mediante Webmaster Tools (attualmente denominato Search Console) nella sezione “Problemi di sicurezza”, dal menù laterale che compare sulla sinistra.
Infine, in merito alla sicurezza dei siti web, rinnoviamo l’invito a valutare l’attivazione di appositi tool per la protezione e la prevenzioni di attacchi.
E’ sempre possibile rimuovere il malware ad esempio ma si consiglia di prevenire questo tipo di problematiche anche per evitare penalizzazione in termini di posizionamento su Google.
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