Oggi abbiamo con noi Carlotta Silvestrini, Art Director e web designer per ImpronteDigitali.
1) Ciao Carlotta! Presentati pure. Dicci qual è il tuo percorso di formazione e di cosa ti occupi per i tuoi clienti?
Ciao! Il mio percorso è stato molto variegato. Dalla formazione più tecnico-informatica presso la facoltà di Information Technology non ho tratto benefici professionali. Mi sono fatta le ossa buttandomi nella grafica e nel webdesign l’anno stesso in cui mi regalarono un pc, realizzando un sacco di progetti per allenamento, finchè non ho avuto i primi incarichi presso alcune grosse aziende, tenendomi aggiornata attraverso i contenuti che ritenevo validi per il mio lavoro, tra cui il mitico motoricerca.info di Enrico Altavilla, l’allora giovane Forum GT e numerosi portali di grafica/webdesign stranieri.
Per ottimizzare i tempi di realizzazione dei siti web mi sono specializzata in Joomla, ad oggi lavoro solo con quello, che insieme a Photoshop e G+ sono i miei “ferri del mestiere”.
Ultimamente sto lavorando solo B2B, sono “ghost designer” per alcune webagency, in Italia lavorare B2C stava diventando veramente frustrante, infatti l’unico spazio che dedico al cliente finale è la formazione, aiuto le aziende a fare personal branding su G+ utilizzando la mia case history per trasmettere l’importanza di esserci e divulgare contenuto di qualità.
2) Quanto tempo dedichi a settimana allo sviluppo di contenuti, content curation e gestione delle relazioni con i tuoi followers? Ritieni che queste siano attività che producono benefici in termini di posizionamento di mercato?
I miei follower sono la mia linfa vitale. Dedico a loro buona parte del tempo, proponendo contenuti interessanti attraverso G+. Per ImpronteDigitali, purtroppo ultimamente sto producendo pochissimo materiale, ma se potessi lo farei a tempo pieno, perchè se oggi sto lavorando con tanti professionisti è solo grazie all’impegno che ho dedicato alla stesura di materiale che il pubblico ha promosso a pieni voti ed al dialogo COSTANTE con i follower. Se non si ha la fortuna di “arrivare primi” nel web e se caratterialmente non si accetta il compromesso della lecchineria ai “big”, questa è l’unica strada percorribile per emergere.
3) Grafica e web design. Sono convinto che il tempo di permanenza degli utenti del sito dipenda in parte anche dall’impatto iniziale che questi hanno al loro ingresso in un sito e nella presenza di elementi stilistici e di grafica in grado di attirare la loro attenzione e predisporli psicologicamente alla lettura di una o più pagine web di quel sito. Che impatto esiste secondo te tra grafica, colori, stile dei font ed elementi visuali e permanenza degli utenti in un sito e, possibilmente, conversioni in un sito web?
Il segreto di tutto sta nell’equilibrio. Lo insegnano tutti i più grandi artisti della storia e molto spesso ce ne dimentichiamo. Bisogna trovare la combinazione perfetta tra spazi bianchi, testo, immagini, saper dosare colori e font per non annoiare il lettore e portarlo a generare una conversione, sempre in modo coerente con l’immagine aziendale e tenendo sempre a mente che al di là dello schermo c’è un essere umano e non un crawler o un bancomat da spennare. Io ho sempre avuto questo approccio “umano” e fino ad oggi ne ho tratto delle grosse soddisfazioni.
Inoltre bisogna avere l’umiltà di mettere in discussione il proprio lavoro ogni giorno, leggendo e investendo tempo nella formazione, perchè gli utenti di ieri non sono quelli di oggi, il web cambia costantemente e sta diventando davvero difficile stare al passo, un domani il “web analyst” che vive attaccato ai portali di settore a caccia di nuove informazioni sarà una professione a sé, se non lo è già.
4) Se dovessi sviluppare un sito mobile, preferisti l’opzione di sito responsive o sito separato? Per quale motivi?
Dipende dai casi. Tolto l’ostacolo iniziale del cliente che vuole le cose “a modo suo” (leggi: non efficaci), l’approccio migliore è sempre relativo all’utilizzo che l’utente fa di quel determinato sito mobile.
Contenuti molto strutturati come quelli di un ecommerce addirittura diventano perfetti solo con un app dedicata (prova a pensare ad ebay, per esempio), mentre un sito aziendale classico, barbaramente chiamato “sito vetrina”, va d’accordissimo con un layout responsive ben curato con le informazioni essenziali facilmente raggiungibili. Il modo giusto di pensare è sempre e comunque “mobile first”, questa è la cosa più importante che ho imparato del web design negli ultimi tempi. Prima si pensa al mobile, poi si espande fino ad arrivare al desktop. Finora purtroppo non ho avuto occasione di mettere in pratica questo modo di lavorare, troppi clienti non hanno capito l’importanza di essere leggibili su tutte le piattaforme.
5) Vedo che sei molto attiva su Google+ e che hai sviluppato una buona presenza con un buon seguito. C’è qualcosa che ti ha attratto di questo canale che gli altri non avevano? Pensi che Google+ possa essere consigliato a qualsiasi azienda o ci sono delle limitazioni?
Inizialmente lo odiavo, anche io pensavo fosse deserto. Poi ho scoperto che nelle zone climatiche estreme nascono le forme di vita più tenaci e Google Plus ne è l’esempio migliore.
Questa parvenza ostile ha permesso il proliferare di persone interessanti, che investono tempo nel partecipare a conversazioni incredibilmente costruttive. Lo stesso contenuto che su Facebook a malapena racimola un paio di like, su G+ rischia di finire sui temi caldi per la quantità di interazioni. Diciamo che è diversa proprio la forma mentis rispetto agli altri social. Su facebook si cazzeggia, su twitter si cerca di essere brillanti (lo odio) e su G+ si cerca di dare il meglio di sé. Promosso a pieni voti!
E’ un social perfetto per il personal branding, permette di conoscere sul serio le personalità che si celano dietro un marchio e questo è un valore aggiunto che non avrà mai neanche Linkedin.
Le limitazioni sono date da chi lo gestisce, più che dal settore in sé. Quando si ha budget si può cercare di investire su qualsiasi social con strategie dedicate, di sicuro non è da utilizzare come fanno molti (guarda la pagina del quotidiano Leggo), che bloccano i commenti e non interagiscono in nessun modo con il pubblico e ancor meno facendo Circle Climbing.
Ritengo sia il terreno ideale per professionisti e freelance o comunque per chi ha la possibilità di creare e condividere contenuti interessanti.
6) Dove possiamo trovarti online?
Ho il mio sito improntedigitali.net, una pagina facebook che mi sforzo di usare, un account twitter che mi fa venire l’orticaria. Ma voi accerchiatemi su G+, è lì che cerco di dare il mio meglio 🙂
Grazie a Carlotta per il tempo concessoci!
Grazie di cuore a voi per avere cercato di conoscermi meglio!
Lascia un commento