Google Analytics (GA) è uno strumento difficilmente sostituibile quando si ottimizza un sito web e non ci sono dubbi che rappresenti il miglior tool di analisi delle visite, del comportamento e delle prestazioni dei visitatori di un sito web. Mediante opportuni accorgimenti GA rende possibile il tracciamento di tutte le informazioni del nostro sito o almeno quelle che sono visibili mediante i browser, al fine di ottimizzare rendimento, conversioni e visite sulle pagine.
I referral (dall’inglese “referenza”, nel senso di “riferimento”, “rinvio”) sono, nello specifico, l’insieme di link in ingresso al nostro sito che portano traffico ovvero che siano veicolo di almeno una visita attiva (visitatore) o passiva (software o motore di ricerca).
A cosa serve guardare i referral di Analytics
Le informazioni contenute nel rapporto referral – cliccando da GA sulla scheda Rapporti e successivamente su Acquisizione ed infine su Tutti i referral – ci consentono di sapere quali domini (e quali pagine degli stessi) stanno inviando traffico al nostro sito, in quali momenti lo stanno facendo (ad esempio nei fine settimana) ed a quali pagine tali visite siano indirizzate.
Queste informazioni sono preziose per vari motivi e possiamo individuarne almeno due di particolare interesse:
- è possibile individuare le sorgenti di traffico più attive, ovvero scoprire che ad esempio un video su Youtube porta più visitatori di un blog, o viceversa;
- è altresì possibile scovare fonti non diversamente rilevabili di visite, ad esempio un sito che ci cita come fonte (il che è interessante anche a livello di strategie SEO).
Ecco alcuni esempi di referral molto comuni, che suggeriscono in questo caso una massiccia presenza, nell’ordine, di buone fonti di traffico da Twitter, Facebook, Google Plus, Feedly e molti altri ancora.
A fianco di ogni riga sarà possibile ricavare il numero preciso di visite che queste fonti riescono a procurare, più ulteriori informazioni sul tempo di permanenza dei visitatori e sul loro comportamento.
In generale esistono 4 fonti di traffico distinte su Analytics, e sono:
- traffico organico, cioè quello proveniente da ricerche sui motori di ricerca come Bing o Google;
- campagne, ovvero traffico a pagamento inviato da annunci di Google Adwords;
- referral, ovvero altri siti che linkano da pagina attive, nel senso che gli utenti trovano il link e ci cliccano (non basta che il link esiste, è anche necessario che qualcuno ci clicchi); alcuni esempi comuni potrebbero essere Twitter (riferito in certi casi come t.co), OkNotizie, Facebook, un blog esterno oppure un forum tematico.
- traffico diretto, cioè sia quello determinato dalla popolarità del vostro sito (gli utenti non necessitano di alcun mezzo per trovarvi e digitano direttamente l’indirizzo del vostro sito web), oppure dal classico passaparola, o ancora da un link inviato in un programma di IM come Skype.
È necessario quindi concentrare la propria attenzione sui referral più redditizi: a differenza delle varie congetture sul numero e sul tipo di link in ingresso (tipiche dell’approccio SEO “a naso”), i referral possono dare delle indicazioni precise sulla bontà delle vostre campagne e puntare maggiormente il traffico in ingresso che, se non altro, procurerà visitatori attivi al vostro sito.
A questa micro guida sui referral di Google Analytics ne seguirà un’altra che affronterà il tema della frequenza di rimbalzo, uno dei tanti valori forniti da Google Analytics che risulta ostico da comprendere a chi è alle prime armi e quindi ad un primo utilizzo di questo eccezionale strumenti di analisi che, è bene ricordare, è offerto gratuitamente insieme ad altri tool di Google.
Antonio Grillo dice
Guida chiara, sintetica e d esaustiva
Massimo dice
Grazie mille.